E se fosse stato tutto premeditato?

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I parlamentari maori hanno insultato Re Carlo?

L’ambiguità della frase pronunciata durante l’inaugurazione del Parlamento si presta a seri dubbi.

Auckland, 5 dicembre 2023 – Non si è ancora spento il dibattito sull’ambigua frase pronunciata dai parlamentari maori del partito “Te Pati” durante il giuramento di fedeltà alla corona britannica, all’apertura del 54º Parlamento neozelandese.

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La frase, pronunciata in maori, suonava come “Kīngi harehare”, che può significare sia “re Carlo” che “re eruzione cutanea”. La somiglianza tra le due parole è evidente, e ha inevitabilmente generato polemiche.

La co-leader del partito maori, Debbie Ngarewa-Packer, ha respinto le accuse di insulto, affermando che la parola “harehare” può avere anche altri significati, come “lepre” o “crosta”. “Ci sono molti significati per molte cose”, ha detto ai giornalisti. “I miei colleghi sono stati come sempre provocatori, ma non hanno insultato nessuno”.

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Un altro co-leader del partito, Rawiri Waititi, ha aggiunto che la parola “tiare” (Carlo) può significare “lepre” in alcune zone della Nuova Zelanda, ma anche “crosta” in altre aree della nazione.

Insomma, la verità sulla frase pronunciata dai parlamentari maori potrebbe non essere mai appurata, vista la varietà delle sfumature che le parole maori assumono nelle diverse regioni neozelandesi. Tuttavia, è difficile non vedere in questa vicenda una provocazione da parte del partito maori, che ha già dimostrato in passato di essere critico nei confronti della monarchia britannica.

La vicenda ha suscitato un forte dibattito in Nuova Zelanda, dove la monarchia è ancora un tema controverso. Il partito maori è uno dei pochi partiti politici neozelandesi che sostiene l’abolizione della monarchia e la proclamazione di una repubblica.

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