Antimafia: “L’omicidio di Pasolini legato al furto di un film”
Era una delle ipotesi più volte avanzata. Che la morte del grande intellettuale fosse sottesa al furto di una pellicola sulla quale stava lavorando. Come spesso si è parlato di segreti legati al libro che stava scrivendo: “Petrolio” e che avrebbe contenuto il disvelamento di segreti che invece bisognava ad ogni modo far rimanere tale. Come l’uccisione di Enrico Mattei.
Adesso però a ritornare su un assassinio che non ha mai avuto una spiegazione logica è una fonte autorevole, come l’Antimafia.
Si torna quindi a parlare del furto di una pellicola e del fatto che forse Pasolini era all’Idroscalo per recuperarlo. E sarebbe addirittura coinvolta la banda della Magliana.
L’omicidio di Pier Paolo Pasolini potrebbe essere legato al furto delle pellicole originali di alcune scene del suo film ‘Salò e le 120 giornate di Sodoma’, che era ancora in produzione: lo scrittore e regista sarebbe andato all’Idroscalo di Ostia, dove poi è stato ucciso, proprio per riuscire a recuperarle.
È questa l’ipotesi che emerge dalla relazione finale della Commissione parlamentare Antimafia della scorsa legislatura, resa nota oggi.
In questa ipotesi, aggiunge la Commissione, sarebbero coinvolti nel delitto “gruppi malavitosi di rilievo” come la Banda della Magliana.
Nella relazione depositata dalla Commissione viene anche precisato che “appaiono ormai del tutto improbabili soluzioni di carattere giudiziario, ma resta utile, in prospettiva storica, che le ricerche sul movente e sulle modalità dell’aggressione che causarono la morte di Pasolini, entrambe mai chiarite, siano eventualmente riprese alla luce dei pur embrionali rilievi emersi dalla attività della Commissione di inchiesta”.
Ma se così fosse, non si capisce perché la potente Banda della Magliana, che con i suoi collegamenti con la Mafia oggi s’inquadra meglio e appare in una sua dimensione non certo “locale” o romanesca, ma dietro il rapimento di Emanuela Orlandi, dietro alcuni importanti fatti di terrorismo, addirittura nel rapimento Moro e con i suoi agganci con la Mafia (Pippo Calò) addirittura dietro strategie internazionali, tra Vaticano, IOR, morte di Calvi…fosse interessato al furto della pellicola.
Non certo per uno sgarro o per un riscatto. Forse, come accadde per fare un solo esempio di intervento “politico”, nell’uccisione di Pecorelli, per attirare Pasolini in un agguato all’Idroscalo?