Genova, omicidio Alice Scagni: Svolta sulle indagini, silenzi e mancato intervento sul fratello-assassino
Quanto chiedeva la famiglia e soprattutto la madre di Alice e Alberto Scagni sembra forse avverarsi. Sembra infatti vicina una svolta sul filone dell’indagine sull’omicidio di Alice Scagni, la donna di 34 anni uccisa con 17 coltellate dal fratello Alberto la sera del 1° Maggio, il fascicolo relativo all’inchiesta per omissione d’atti d’ufficio e omissione di denuncia, di fronte alle reiterate e drammatiche richieste di aiuto ed intervento per il crescente stato di agitazione mentale del figlio che poi avrebbe ucciso.
La procura che ha sentito dieci persone, tra poliziotti delle volanti e della centrale operativa e personale del servizio di igiene mentale di Asl 3, a breve potrebbe iscrivere i primi nomi nel registro degli indagati. L’inchiesta è nata dall’esposto della famiglia Scagni: la madre di Alice e Alberto, Antonella Zarri, subito dopo l’omicidio aveva accusato le forze dell’ordine e i medici sostenendo che non avevano ascoltato le sue numerose richieste di aiuto, i disagi del figlio denunciati sia alla Salute Mentale della Asl 3, sia alle forze dell’ordine.
La donna aveva raccontato che dal 22 aprile c’era stata una vera e propria escalation di aggressività con episodi sempre più preoccupanti che erano culminati con l’incendio della porta dell’abitazione della nonna dei due giovani, che vive nello stesso condominio di Alberto Scagni, verso il quale erano state subito indirizzate le forze dell’ordine.
Infine l’ultimo, il primo maggio, sette ore prima del delitto, quando i genitori avevano chiamato il 112, preoccupati per le intimidazioni del figlio che aveva minacciato di sgozzarli, ma erano stati invitati a fare denuncia il giorno dopo.
A fronte di queste dichiarazioni gli investigatori della squadra mobile avevano aperto un fascicolo per capire se vi fosse stata una mancata denuncia da parte della polizia e un eventuale ritardo nella presa in carico dell’uomo.
A rafforzare l’esposto anche il dossier presentato recentemente dall’avvocato Fabio Anselmo, che aveva difeso gli interessi della famiglia Cucchi, che nelle scorse settimane ha avuto l’incarico dalla famiglia Scagni.
Nei giorni scorsi, inoltre, la mamma di Alice e Alberto aveva scritto una lettera che lancia un duro atto di accusa: «Mio figlio, nella sua oscura follia, ci ha preannunciato il delitto che avrebbe commesso tante ore dopo — aveva scritto Antonella Zarri — abbiamo chiamato le forze dell’ordine, abbiamo chiesto a chi doveva e ne aveva il potere, di fermarlo, di curarlo. Abbiamo cercato aiuto nelle istituzioni ma ci siamo imbattuti in una fredda e ignorante burocrazia. Indolente ma prepotente nel suo reiterato e pigro rifiuto di farsi carico del proprio ruolo di garanzia ed aiuto verso i cittadini in difficoltà».