Le fiamme partite da Bozzano

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Prime indagini degli esperti nazionali giunti per chiarire, se possibile, le cause del disastro di Massarosa, con la distruzione di 700 ettari.

È in via di composizione, tra forze locali e gli esperti nazionali giunti in Versilia per capire uno dei disastri naturalistici e ambientali per recuperare il quale occorreranno decenni, una task force per determinare le cause del rogo che ha devastato quasi 700 ettari di territorio collinare fra i più belli al mondo. E la cui vera portata si vedrà alle prime abbondanti (ormai di carattere tropicale!) piogge autunnali che dimostreranno tutto il dissesto idrogeologico susseguente ad un incendio così vasto.

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Sono in arrivo, infatti da Roma ufficiali e sottoufficiali del nucleo investigativo incendi boschivi, che si dovranno coordinare con la comandante provinciale dei carabinieri forestali Raffaella Pettinà, che adesso guida le indagini sul maxi rogo. Al momento, nessuna pista è esclusa: potrebbe trattarsi di un incendio colposo, provocato da incuria, magari qualcun che pazzamente ha voluto bruciare degli sterpi o degli sfalci o potature. Oppure, banalmente, il mozzicone di sigaretta che s’invoca sempre in questi casi. Dimenticando invece la causa più frequente e costante: la pazzia di un piromane. Al momento sarebbe stato individuato il presunto punto di innesco (o almeno il primo) che sarebbe nella zona di Bozzano, da dove si sono sviluppate inizialmente le fiamme. Saranno utilizzate anche immagini satellitari per ricostruire anche la catena di eventi che ha creato un vero e proprio disastro ambientale.

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A coordinare la squadra sarà il comandante della stazione dei carabinieri forestali di Camaiore, Jacopo Tomei, che fin dai primi momenti è stato presente sui luoghi devastati dalle fiamme e che conosce bene questo territorio. Né lui né i suoi colleghi, hanno confessato, aveva mai visto nulla di simile. Ma nel dramma di famiglie evacuate, case distrutte dalle fiamme e vegetazione spazzata via, sembra esserci anche una buona notizia. Il fuoco, stando ai primi accertamenti dei forestali, sarebbe corso veloce sul terreno, senza danneggiare in profondità le radici delle latifoglie: da qui potrebbe ripartire la vita sulle colline annerite da fuoco, fumo e cenere. Speriamo non sia una pietosa bugia…

I militari hanno già iniziato ad ascoltare numerose testimonianze e proseguiranno nei prossimi giorni: ogni dettaglio, infatti, può essere utile a capire cosa sia successo. Sotto la lente ci sono anche gli incendi di Nozzano Vecchiano e quello scoppiato oggi a Chiatri, anche se al momento è impossibile ipotizzare un legame con il rogo di Massarosa.

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