Cold case riaperto grazie a nuove tecniche investigative
2 ‘Ndranghetisti arrestati per omicidio, 18 anni dopo il delitto
Giuseppe Gioffrè fu freddato nel 2004 su una panchina di San Mauro, alle porte di Torino. Cinque colpi, ma uno solo andato a vuoto, contro l’uomo seduto su una panchina dei giardini di via Mezzaluna. Era stato ammazzato così, l’11 Luglio di 18 anni fa, Giuseppe Gioffrè, 77 anni, fuggito a Torino nel 1972 lasciandosi alle spalle la sanguinosa faida di Sant’ Eufemia di Aspromonte.
Oggi i carabinieri del nucleo investigativo di Torino, con la collaborazione nella fase operativa dei colleghi di Reggio Calabria, hanno arrestato due pregiudicati a Reggio Calabria e Parma, ritenuti gravemente indiziati dell’omicidio. Sono due esponenti della ‘ndrangheta. Nelle indagini di allora, emerse la responsabilità dell’omicidio da parte di Stefano Alvaro – condannato per il delitto in via definitiva a 21 anni di reclusione – quale membro di un gruppo di fuoco composto da almeno altri 2 complici, all’epoca rimasti ignoti.
Gli arresati sono due presunti appartenenti alla cosca Alvaro, intesa “Carni i cani” di Sinopoli (Reggio Calabria). Si tratta di Paolo Alvaro, 57 anni, originario di Sinopoli, e di Giuseppe Crea, 44 anni, di Rizziconi (Reggio Calabria), attualmente detenuto nel carcere di Parma.
I Ris di Parma usando le tecnologie che negli ultimi anni si sono sviluppate in campo investigativo, sono tornati ad analizzare alcuni reperti trovati vicino all’auto usata per commettere il delitto e poi data alle fiamme. Così sono arrivati a individuare i due nomi nuovi, presunti componenti del gruppo di fuoco che uccise Gioffrè, reo di aver ucciso due esponenti della cosca Dalmato Alvaro negli anni ’60. Quel regolamento di conti era rimasto in sospeso per 40 anni. Per questo, Gioffrè era scappato in Piemonte nel 1972, dove fu ucciso per vendetta nel 2004.
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