Svolta sull’omicidio del trafficante di droga ucciso sul Carso sloveno: arrestato un triestino
Si era presentato alla Polizia di Capodistria per reclamare il proprio cellulare e l’hanno subito messo su un “cellulare” per portarlo in carcere, accusato di omicidio. Ad incastrarlo il suo DNA.
Svolta sull’indagine relativa all’omicidio del trafficante di droga sloveno Darjo Grmek, massacrato il 2 aprile con oltre dieci coltellate e poi bruciato con la benzina nella sua casa di Kobjeglava, nei pressi di Comeno, sul carso Sloveno: la polizia slovena ha arrestato il triestino Adriano Petelin, classe 1963, residente a Duino, sospettato di aver ucciso l’uomo. L’arresto è avvenuto a Capodistria in modo piuttosto singolare: Petelin si era infatti recato dalla polizia capodistriana per reclamare il telefono cellulare che gli era stato sequestrato ai fini dell’indagine.
All’indagine hanno lavorato la Procura di Capodistria e la Procura di Trieste (pm Montrone), procura che ha coordinato l’attività della Polizia locale.
Darjo Grmek, 57 anni, sloveno con precedenti per droga, quel 2 aprile era stato ammazzato con dodici coltellate alla schiena e con altri fendenti prodotti da un altro oggetto. Per cancellare le tracce l’assassino aveva cosparso il cadavere e la cucina di benzina. Poi la fuga. Ma le fiamme non erano riuscite a divorare l’abitazione. E le ferite sulla vittima erano evidenti.
Petelin, secondo quanto afferma la polizia, è stato incastrato proprio dalle tracce di DNA.
Grmek era stato trovato dai vigili del fuoco sloveni riverso a terra, con il corpo semi carbonizzato.
Inizialmente i sospetti della polizia slovena si erano focalizzati su quattro triestini, consumatori e spacciatori che risiedono in Carso. Inizialmente la “policija” aveva sottoposto a fermo un triestino, un carsolino di Prosecco. L’uomo è stato però rilasciato per mancanza di prove sufficienti.
In questi giorni, la svolta con l’arresto del 62enne di Duino.