Musicista impiccato e accoltellato: “dubbi sul suicidio e no all’archiviazione”

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La madre, la sorella e la compagna del musicista non ci stanno e si sono opposti alla chiusura del caso. Anche se sostengono tesi diverse. I loro legali Salvatore Pennica, Francesco Accursio Mirabile e Giuseppina Figliola hanno presentato un’opposizione alla richiesta di archiviazione chiedendo di fare chiarezza su alcuni aspetti.

La sorella è stata sentita in aula davanti al giudice che dovrà pronunciarsi sull’opposizione alla richiesta di archiviazione: “mio fratello non poteva andare da solo in quel posto, troppe lacune nelle indagini”

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“Non si è trattato di un suicidio, ci sono troppe cose che non tornano a partire dal luogo che avrebbe scelto per togliersi la vita. Non poteva arrivarci da solo se fosse stato ferito da prima”. 

La sorella del musicista 40enne, originario di Porto Empedocle, trovato morto impiccato e accoltellato, il 4 Dicembre del 2020, sulla staccionata di una casa di campagna, è stata sentita in aula e si oppone all’archiviazione dell’inchiesta.

Per la procura si è trattato di un suicidio, i familiari insistono e chiedono di non chiudere il caso e indagare per omicidio o, comunque, istigazione al suicidio. A decidere sarà il gip Stefano Zammuto che, come primo passo, ha deciso di ascoltare in aula la sorella. 

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Si sono ripercorse anche quelle telefonate convulse: “Dovete andare subito in via …., a Racalmuto. Sono entrati dal balcone, c’è la mia fidanzata sola”. Una chiamata al numero unico 112, interrotta più volte, con l’operatore che non conosce la via del paese e sembra non prendere troppo sul serio la richiesta di aiuto. Dall’altra parte, un musicista 40enne originario di Porto Empedocle, con voce turbata, come se qualcuno lo inseguisse, prega l’operatore di andare a casa della sua ragazza. Ma la via, sebbene esistente, non risulta nei terminali del ministero: “Sono scappato dal balcone, andate a casa della mia ragazza”. Poi dice di essere ferito: “Ho dei colpi di lama”. 

Il centralinista del 112 riesce a localizzare la zona e chiede l’intervento dei carabinieri che vanno sul posto e non notano nulla: il quarantenne verrà trovato solo dopo diverse ore, impiccato alla staccionata di una casa abbandonata nei pressi dell’abitazione della compagna, da dove era fuggito calandosi dal balcone. Sul collo e sui polsi alcuni tagli. Dal balcone al luogo del ritrovamento del corpo, una scia di sangue crescente.

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