Omicidio Lorena Quaranta, la famiglia chiede danni per 2 milioni e mezzo di euro

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Il padre di De Pace in aula: “Non riesco a farmi una ragione di quanto accaduto”

Va avanti il processo sul femminicidio avvenuto a Furci Siculo. Il toccante intervento della famiglia del ragazzo attualmente imputato per l’omicidio. La difesa verso una nuova richiesta di perizia psichiatrica.

Prosegue il dibattimento sulla morte di Lorena Quaranta, la ragazza uccisa il 31 Marzo 2020 nel suo appartamento di Furci Siculo. Sul banco degli imputati il fidanzato Antonio De Pace, che secondo la ricostruzione degli inquirenti ha tramortito e poi strangolato la fidanzata al termine di un litigio.

Davanti al giudice Massimiliano Micali in questi giorni, sono comparsi gli ultimi testimoni convocati dall’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Roberto Conte. Una ventina le persone ascoltate in Aula, tra escussione e dichiarazioni rese in fase di indagine. Particolarmente toccante l’intervento del padre di Antonio De Pace che in lacrime davanti al giudice ha detto di voler abbracciare i genitori di Lorena e di non riuscire a spiegarsi quanto accaduto due anni fa.

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A raccontare le prime fasi dell’indagine gli agenti di polizia giudiziaria che hanno seguito il caso fin dall’inizio. Dai racconti, non sarebbe emerso nessun riscontro su fatti e atteggiamenti che potessero presagire il dramma poi accaduto quella notte di due anni fa. Testimonianze acquisite dalla difesa di De Pace, rappresentata dai legali Bruno Ganino e Salvatore Silvestro, pronti a formulare al giudice una nuova richiesta di perizia psichiatrica, alla luce di quanto emerso in aula. Si chiede di valutare se il giovane infermiere in quelle ore fosse realmente capace di intendere e di volere. Poi è toccato al medico legale Daniela Sapienza ricostruire gli esiti della sua perizia davanti alla corte.

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Dopo la richiesta del Pm di condannare all’ergastolo Antonio De Pace, ex compagno di Lorena Quaranta, la famiglia della studentessa favarese uccisa a Furci Siculo ha avanzato una richiesta di risarcimento del danno patito da 2 milioni e mezzo di euro con una provvisionale da 250mila euro.

La notizia è riportata dal quotidiano La Sicilia. Numerose le parti civili costituite nel processo: si tratta di associazioni antiviolenza.

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