Morte Marco Pantani, la escort smentisce (solo in parte?) il racconto del tassista
La Procura di Rimini nei prossimi giorni sentirà altri testimoni in attesa di una svolta che se fosse confermata, anche senza prestazioni sessuali, la presenza delle due cubiste nella camera 5D, potrebbe arrivare
I dubbisulla morte del “Pirata” non sono mai cessati. Vuoi perché i miti non devono morire. Vuoi perché quella morte dentro un alberghetto, con tutte le incongruenze, sui mobili rovesciati, addirittura ad impedirel’apertura della porta, sulla posizione del cadavere, sulla “pulizia” fatta della stanza…insomma si continua a parlarne da 18 anni. Legando la morte di uno dei più grandi scalatori di sempre anche al suo stop del 5 Giugno 1999 a Madonna di Campiglio, con da una parte gli esami sull’ematocrito alto, fatti, ripetuti…e dall’altra le dichiarazioni di diversi colleghi di Pantani che hanno affermato come lui facesse sicuramente uso di sostanze dopanti. Poi il baratro della droga. Che è più facile quando si fa uso di certe sostanze.
Adesso ci sono le versioni, anche qui contrastanti dei testimoni, per la nuova inchiesta (la terza) sulla morte di Marco Pantani. Con l’apparizione sulla scena del taxista, anchelui diventato in quota parte famoso, che avrebbe accompagnato una, forse due “escort”…no cubiste, all’appartamento del Pirata.
Soprattutto dopo che è stata interrogata una delle due ballerine che, secondo le quella mattina del 14 febbraio, poche ore prima della morte del Pirata, sarebbero salite in camera da lui. In un’intervista a Le Iene del novembre scorso, il tassista aveva raccontato di aver accompagnato all’hotel “Le Rose” due ragazze, la ’Donni’ e la ’Dani’ (Donatella e Daniela). Due cubiste che lavoravano in alcune discoteche della Riviera e che, occasionalmente, facevano anche le escort.
Era stata Tonina Belletti, la madre di Pantani, a insistere affinché venissero ascoltate dagli inquirenti il tassista e le due ragazze. Lo scorso 13 febbraio Mario era stato interrogato per tre ore dai carabinieri del nucleo investigativo, a cui la Procura di Rimini ha affidato la nuova indagine sulla morte di Pantani. Il tassista aveva confermato il suo racconto: la mattina del 14 febbraio aveva portato le due ragazze all’hotel Le Rose, ma non era salito con loro nella stanza 5D dove alloggiava il Pirata. Daniela e Donatella, stando alla sua versione, sono rimaste dentro per un po’ e poi sono scese, con in mano un maglione verde e un marsupio.
Una delle due donne è stata rintracciata e sentita dai carabinieri, mentre l’altra nel frattempo è morta.
Il suo racconto, però, confligge con quello del tassista, visto che ha negato di aver avuto rapporti con Pantani. Ma l’importante non è se ha avuto o meno rapporti con il ciclista, la cosa fondamentale è sapere se e quando sono salite alla camera 5d dell’Hotel Le Rose, che da quanto si legge, non sarebbe stato messo in discussione. E se non sono salite per fare sesso, perché? E perché in due? E perché Marco aveva i loro numeri: erano “pubblici” o c’erano già stati contatti?
È probabile che la procura, seguendo anche le indicazioni dei legali della madre del Pirata, nei prossimi giorni senta altri testimoni per capire se il 14 Febbraio 2004, quando Pantani morì per un mix letale di cocaina e farmaci, c’erano o meno altre persone insieme a lui.
Al termine della prima indagine, nel 2005 per il reato di morte conseguenza ad altro reato, ossia lo spaccio che causò l’overdose di Pantani, Fabio Miradossa e Ciro Veneruso patteggiarono condanne rispettivamente a 4 anni e 10 mesi e 3 anni e 10 mesi e la seconda indagine si chiuse nel 2016, dopo nuove perizie medico legali, confermando sostanzialmente le risultanze della prima.