Omicidio a Rimini, lontananza e gelosia, dietro il femminicidio nella famiglia peruviana
Di Daniele Vanni
Lei voleva lasciarlo, lui l’ha massacrata senza pietà, ferendo anche la figlia.
Si cominciano a conoscere più dati che possono spiegare (se mai si può spiegare un omicidio!?) del secondo femminicidio, nel giro di un solo mese, a Rimini.
La vittima era una donna peruviana di 46 anni, Noelia Rodriguez: a ferirla a morte è stato il compagno, anche lui peruviano, di 54 anni, Maximo Aldana Dela Cruz. La figlia dell’uomo, una 27enne, ha provato a mettersi in mezzo per separarlo dalla vittima, rimediando solo ferite, soprattutto alle mani: fino a ieri sera era ancora ricoverata all’ospedale Infermi di Rimini. Dietro il delitto, che si è consumato poco prima delle 14 in un appartamento al numero 101 di via Dario Campana, ci sarebbe, come nel precedente caso riminese, il movente della gelosia.Lei voleva lasciarlo.
Pare, almeno da una prima ricostruzione, che la 46enne fosse sul punto di lasciare il compagno. Per molto tempo, la loro era stata una relazione a distanza: lui abitava in Perù, e lei gli mandava periodicamente dei soldi. Una storia comune alla quasi totalità degli stranieri e delle straniere che lavorano da noi. Un mese fa però, l’uomo era arrivato in Italia. Ma non per ricongiungere il nucleo familiare. Infatti, da quel momento le cose non erano più andate bene, perché voleva che la donna a prendsse una decisione drastica. Quale? Lasciare il lavoro, Rimini, l’Italia? Comunque di voltare per sempre pagina. Segno che il loro amoro, la loro storia era finita o aveva avuto una svolta con l’emigrazione della moglie. L’uomo, tuttavia, non avrebbe accettato la fine della storia d’amore e questo, secondo quanto accertato dagli inquirenti, lo avrebbe spinto, in un momento di collera, a compiere un gesto estremo. Impugnato il coltello, si è scagliato contro la compagna, colpendola con vari fendenti (di cui almeno uno all’addome).
