“Ambiente Svenduto”, Ex Ilva: Procura contraria a dissequestro area a caldo
di Daniele Vanni
L’istanza era stata avanzata dai commissari del Siderurgico il 30 Marzo
La Procura di Taranto ha espresso parere negativo in merito all’istanza di dissequestro degli impianti dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico, presentata il 30 marzo scorso dai legali dei commissari di Ilva, in merito alla sentenza di primo grado del processo “Ambiente Svenduto”.
Il dissequestro degli impianti è una delle condizioni sospensive dell’accordo di investimento siglato il 10 Dicembre 2020 tra Arcelor Mittal Holding Srl, Arcelor Mittal Sa e Invitalia.
Gli impianti furono sequestrati nel 2012, (su ordinanza firmata dal gip Todisco nell’ambito dell’inchiesta per associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all’avvelenamento di sostanze alimentari e alla omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro).
Ma fu poi concessa la facoltà d’uso.
I commissari straordinari di Ilva – tutt’ora proprietaria degli impianti – sostengono che è cambiato lo scenario delle emissioni rispetto a dieci anni fa, grazie ai lavori ambientali e ci sono i presupposti per revocare il sequestro.
Di diverso avviso è la Procura.
La decisione finale spetta alla Corte d’Assise.
La Corte d’Assise di Taranto che ha ricevuto l’istanza è la stessa che l’1 Giugno 2021 ha pronunciato la sentenza del processo ”Ambiente Svenduto” infliggendo 26 condanne (tra dirigenti della fabbrica, manager e politici) per 270 anni di carcere e disponendo la confisca degli impianti dell’area a caldo.
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