Caso Cucchi, sentenza anche sui falsi e depistaggi: condannati gli 8 carabinieri imputati

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di Daniele Vanni

Otto condanne nei confronti di altrettanti carabinieri accusati di avere messo in atto depistaggi dopo la morte di Stefano Cucchi. Questa la sentenza emessa dal giudice del tribunale monocratico di Roma, che giunge dopo quella della Cassazione di due giorni fa, sugli autori materiali del pestaggio dell’arrestato. Agli imputati, a seconda delle posizioni, si contestano i reati di falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia

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Il giudice, al termine di una camera di consiglio di otto ore, ha condannato a 5 anni il generale Alessandro Casarsa, a un anno e 3 mesi il colonnello Lorenzo Sabatino, a 4 anni Francesco Cavallo e Luciano Soligo, a un anno e 9 mesi Tiziano Testarmata, a 2 anni e 6 mesi Luca De Cianni. Infine a Francesco Di Sano sono stati inflitti un anno e 3 mesi e a Massimiliano Colombo Labriola un anno e 9 mesi.

Ilaria Cucchi: “Responsabili condannati”

“Sono sotto shock. Non credevo sarebbe mai arrivato questo giorno. Anni e anni della nostra vita sono stati distrutti, ma oggi ci siamo. E le persone che ne sono stati la causa, i responsabili, sono stati condannati”. Lo ha detto Ilaria Cucchi dopo la sentenza di condanna.

Avvocato famiglia: “Confermato che Casarsa è anima nera”

“È stato confermato che l’anima nera del caso Cucchi è stato il generale Casarsa”. Lo afferma l’avvocato Fabio Anselmo commentando la sentenza. “Il dato di verità è che tutto quello che hanno scritto su Stefano, che era tossicodipente, anoressico, sieropositivo è falso. È il momento che si prenda le proprie responsabilità chiunque vada contro questa sentenza e quella pronunciata dalla Cassazione lunedì”, aggiunge Anselmo.


Difensore Casarsa: “Sentenze si rispettano, aspettiamo motivazioni”

“Casarsa ha affrontato il processo con serenità e rispetta la decisione del giudice. Le sentenze si rispettano e non si commentano. Adesso aspettiamo le motivazioni”. Lo afferma l’avvocato Carlo Longari, difensore del generale Alessandro Casarsa dopo la sentenza di condanna a cinque anni nel processo.
Legale Sabatino: “Riteniamo sentenza errore giudiziario”
“Non ci aspettavamo questa decisione, riteniamo che questa sentenza sia un errore giudiziario”. Lo afferma l’avvocato Adolfo Scalfati, difensore del colonnello Lorenzo Sabatino.

Comando generale Arma: “Accertate condotte lontane da nostri valori”

La sentenza odierna del processo che ha visto imputati otto militari per vicende connesse con la gestione di accertamenti nell’ambito del procedimento ‘Cucchi-ter’, riacuisce il profondo dolore dell’Arma per la perdita di una giovane vita. Ai familiari rinnoviamo – ancora una volta – tutta la nostra vicinanza. La sentenza, seppur di primo grado, accerta condotte lontane dai valori e dai principi dell’Arma”. Lo sottolinea il Comando generale dell’Arma, ribadendo il “fermo e assoluto impegno” ad agire sempre “con rigore e trasparenza” specie nei confronti dei propri appartenenti.
“L’amarezza – prosegue il comando generale dei Carabinieri – è amplificata anche dal vissuto professionale e personale dei militari condannati. Nei loro confronti sono stati, da tempo, adottati trasferimenti da posizioni di Comando a incarichi burocratici e non appena la sentenza sarà irrevocabile, verranno sollecitamente definiti i procedimenti amministrativi e disciplinari conseguenti”. “In linea con le affermazioni del Pubblico Ministero nel corso del dibattimento, il quale ha evidenziato come il processo non fosse ‘a carico dell’Arma’, costituitasi peraltro parte civile, si ribadisce – conclude il Comando generale – il fermo e assoluto impegno ad agire sempre e comunque con rigore e trasparenza, anche e soprattutto nei confronti dei propri appartenenti”.
I depistaggi
I depistaggi, “andati avanti fino al 2021”, secondo l’impianto accusatorio partirono proprio da Casarsa e a cascata furono “messi in atto” dagli altri secondo i vari ruoli di competenza. Per i pm sei indagati “avrebbero attestato il falso in una annotazione di servizio, datata 26 ottobre 2009, relativamente alle condizioni di salute di Cucchi”, arrestato dai carabinieri della stazione Appia e portato nelle celle di sicurezza di Tor Sapienza, tra il 15 e il 16 ottobre del 2009. Un falso, per il pm, che fu confezionato con “l’aggravante di volere procurare l’impunità dei carabinieri della stazione Appia responsabili di avere cagionato a Cucchi le lesioni che nei giorni successivi gli determinarono il decesso”. In una seconda nota si attestava falsamente che Cucchi riferiva di essere dolorante per il freddo e la magrezza, secondo i carabinieri. “Una cortina fumogena”, l’ha definita il pm Musarò.
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