Macchè gioco erotico! Ancora una storia di possesso
di Daniele Vanni
Davide Fontana ha ucciso Carol Maltesi «perché lei voleva trasferirsi»: omicidio volontario aggravato
Carol Maltesi (in arte Charlotte Angie) aveva detto a Fontana di volersi trasferire tra Praga e il Veronese o forse addirittura ad Amsterdam, per stare vicina al figlio. Questa la “risposta” dell’omicida che temeva enormemente di perderla, Per questo, secondo il Gip, l’omicida ha colpito e poi ha preparato e attuato una complessa strategia per occultare il delitto, dimostrando totale mancanza di compassione e scrupoli morali.
Ed anche d’amore, aggiungiamo noi, perché la caratteristica costante di questi femminicidi, è il possesso. Il possesso di un essere umano, diverso da noi, che non viene concepito e percepito non come individuo in assoluta libertà di decidere il suo destino, di scegliere con chi stare e dove stare. No: l’omicida, per così dire: “si fonde” con l’essere che crede di amare ed invece vuol solo possedere e tenere per sé e quando questa o questo, decide di prendere una strada diversa, sentendosi strappare dal dentro qualcosa di “suo” decide di distruggerla o distruggerlo perché altri non possano goderne!!
Un po’ come il bambino viziato che preferisce distrugger un giocattolo piuttosto che condividerlo con un coetaneo, nel gioco su una spisaggia!!
In questo caso, secondo la descrizione del Gip, siamo di fronte ad un uomo spietato, feroce. Privo di compassione. Che ha commesso un delitto barbaro e pianificato ogni mossa successiva per evitare di venire scoperto. Non un gioco erotico finito male: ma una lucida strategia assassina. Davide Fontana ha ammazzato Carol Maltesi «poiché non poteva accettare di vivere senza la ragazza». Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, scrive il gip di Brescia Angela Corvi nell’ordinanza di convalida del fermo, la 26enne «gli aveva comunicato che intendeva lasciare Rescaldina e trasferirsi fra il Veronese, dove risiedeva il figlioletto, e Praga». Quell’informazione era stata «un vero e proprio shock» per lui. Il 43enne ha ucciso perché non voleva vedere Carol allontanarsi e deve restare in carcere per il «macroscopico pericolo di recidiva»: potrebbe scappare, inquinare le prove o colpire ancora. È accusato di omicidio volontario aggravato. Il gip smonta tutte le bugie del bancario di Rescaldina.
Con la convalida del fermo del bancario reo confesso.
«Pure acconsentendo a che Maltesi, di cui si è rappresentato follemente innamorato, intrattenesse relazioni anche con uomini diversi — spiega ancora il Gip —, non poteva assolutamente accettare che se ne andasse lontano, abbandonandolo; e così, le toglieva barbaramente la vita, durante un gioco erotico che avevano concordato, approfittando della evidentemente incondizionata fiducia che la giovane riponeva in lui tanto da farsi legare, imbavagliare e incappucciare, rendendosi inerme nelle sue mani». Fontana ha reso agli inquirenti una confessione piena, «rivelando altresì il movente, di evidente natura passionale». Fontana, aggiunge il Gip Corvi, ha ucciso «una giovanissima donna, madre di un bimbo ancora in tenera età, “colpevole” soltanto di volere seguire i propri progetti e aspirazioni lontano» da lui».
Per di più, dopo aver ucciso Carol, Fontana ha vissuto accanto al cadavere per 69 giorni. Ha cercato di disfarsene in più riprese, ha tentato di bruciarlo, ha smembrato il corpo e ne ha conservato i resti in un congelatore. Fontana ha descritto ai magistrati «una folle dinamica omicida» (le martellate, la coltellata alla gola, il cadavere sezionato), ha escogitato, preparato e attuato «una complessa strategia per occultare l’orrendo delitto commesso», ha comprato la sega e il freezer a pozzetto per conservare i resti «senza destare sospetti», ha affittato una casa sul Web per «far sparire le tracce» nel Varesotto, ha effettuato sopralluoghi nelle zone scelte per liberarsi del cadavere, si è «sostituito» alla ragazza rispondendo ai messaggi sul cellulare (quando ha fatto gli auguri di compleanno al padre, ad esempio), si è finto Carol per settimane simulando «la sua esistenza in vita». Ha pagato anche le bollette di casa della ragazza, dimostrando un’assoluta mancanza di pentimento, «una totale mancanza di ogni senso di umana compassione» e l’assenza di «ogni scrupolo morale».
Le azioni di Fontana, scrive infine il Gip, mostrano in maniera lampante «la ferma, pervicace, inamovibile volontà» di evitare le conseguenze delle sue azioni e certificano un «evidente rischio di fuga».