Il nostro regista Luca Cannella, esperto informatico, e consulente tecnico del Tribunale di Lucca ci racconta cosa si può celare nei meandri del Web.
Avete presente come appare un iceberg alla deriva nell’oceano? Imponente, solitario, misterioso.
La punta dell’iceberg svetta autorevole oltre la superficie marina. Tuttavia, in realtà il 90% del blocco si cela sotto la superficie, con grande sorpresa di chi è solito pensare che quello che si vede è quello che c’è, e niente di più. Il paragone non può essere più che azzeccato se parliamo del “web sommerso” ovvero il “Deep Web” Infatti, la rete informatica che utiliziamo ogni giorno, con apparente consapevolezza, è solo un’esigua parte di quello che realmente si cela nelle profondità del web.
Proviamo ad immaginarci la famosa “punta dell’iceberg”, quella sopra la superficie marina:In cima, ben in vista, si trovano normalmente i siti che tutti conosciamo ed utilizziamo quotidianamente. Basti pensare ai social networks, a Youtube, e a tutti quei siti che i motori di ricerca ci mostrano ad ogni nostra richiesta.
Calandoci e andando verso il basso, avvicinandoci verso la superficie del mare potremmo imbatterci in una zona del web “non direttamente collegata” o per meglio dire, evitata dai motori di ricerca. In questa zona stazionano molti dei siti internet che gli internauti un pò più esperti conoscono e sanno utilizzare. Si tratta in particolar modo di pagine e directory dove recuperare file (ad esempio i file “torrent” della rete “Peer to Peer“) a volte leciti, altre volte un pò meno.
Certi siti che stanno “sul pelo dell’acqua” hanno diverse restrizioni in base al paese da cui ci si collega.
Nel caso italiano, molto spesso si sente parlare di siti “chiusi” per gravi violazioni dei copyrights; in molti casi è realmente così, in altri sono semplicemente bloccati e appaiono come chiusi o non raggiungibili, proprio per evitare di essere sospesi. L’internauta più esperto, in questi casi, è in grado di aggirare il problema con sistemi di reindirizzazione della geolocalizzazione del proprio indirizzo IP.
Tutto ciò, nonostante appaia come molto complesso, è ancora la parte emersa del web!
Se proviamo a pensare alla mole di siti, documenti, foto, e traccie che lasciamo nella rete potrebbe girarci forte la testa, ma che succede se siamo consapevoli che tutto questo non è che una minima parte di quello che realmente c’è “sotto”?
Il “Deep Web” è una parte della rete che va immaginata a “livelli” decrescenti.
Più si scende in profondità e più si entra in contatto con realtà oscure e pericolose (esattamente come i gironi dell’inferno dantesco). Maggiore è la profondità e maggiori sono le doti tecniche per potervi accedere. Ciò è possibile solo attraverso l’ausilio di una rete non standard definita in gergo con: “Reindirizzamento a cipolla”. Detta rete sfrutta un sistema a strati dove il proprio indirizzo IP viene rimbalzato su diversi server sparsi in svariati angoli del mondo ed ogni passaggio determina una variazione dell’indirizzo ip di origine, fino a raggiungere il nodo che porta finalmente alla connessione web.
Cosa si trova nei mercati neri?
Va chiarito che questo sistema, tutt’oggi in fase di continua sperimentazione è assolutamente legale ed è stato finalizzato a proteggere la privacy degli utenti, la loro libertà e la possibilità di condurre delle comunicazioni confidenziali senza che vengano monitorate. Purtroppo però questo sistema è stato capito ed oggi viene sfruttato anche da chi non ha esattamente nobili intenzioni. Infatti nei meandri di questa rete esistono mercati “alternativi” dove si può acquistare di tutto ed in totale autonomia.
Faccio qualche esempio per rendere l’idea: software illegali, account a pay per view illimitati, oro sotto il prezzo di mercato, droghe e persino armi di vario tipo. Tutto graficamente appare molto simile ed analogo a famosi siti di e-commerce, garantendo all’utente un’esperienza quasi amichevole. L’anonimato nelle transazioni viene in parte garantito mediante l’utilizzo di una nuova ed abbastanza conosciuta valuta virtuale difficilmente tracciabile e con un fortissimo potere di acquisto. Il cambio al giorno d’oggi (22 luglio 2019 ndr) è circa 1 a 9135,00 Euro.
Gli indirizzi del deepweb
Considerando il nostro “iceberg” sommerso, dobbiamo precisare che quanto detto va idealmente posizionato nei “primi metri di profondità”! Ogni ricerca nel web sommerso non comincia esattamente con una parola chiave su un “google” alternativo, anche se esistono diversi motori ricerca che svolgono una funzione minima. L’utente infatti per raggiungere determinati siti deve conoscerne esattamente l’indirizzo. Si tratta di indirizzi anch’essi non standard. Dimenticatevi il familiare “www”, il “.com” e tutti quei formati che siamo abituati a vedere ogni giorno.
Spingersi sempre più a fondo necessita di conoscenze informatiche che possono essere ben adeguate per un personaggio di qualche film fantascientifico. Avere certe conoscenze garantisce di potersi muovere con discrezione.
Andreste mai in di notte in un quartiere malfamato armati solamente del vostro orologio rolex d’oro?
Io no!
Ciò che si ritiene possibile è che in questa vastità si sia radicato un nuovo canale idoneo alle più disparate attività, e non è difficile pensare che ne esista uno ideale per ingaggiare anche killer professionisti. Poichè stiamo trattando di una realtà pressochè sconosciuta ai più, è naturale che si creino diverse “leggende metropolitane” in merito.
Cosa si cela realmente nelle acque torbide del “deep web” e quanto questo è realmente profondo? Ad oggi molti misteri rimangono ancora da svelare”
I.P. Luca Cannella