Caso Resinovich: il corpo è sempre rimasto nel parco di San Giovanni. Dubbi di Cannella sulla perizia

La perizia conferma: omicidio e permanenza del cadavere, ma il criminologo solleva dubbi
TRIESTE – La vicenda di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata morta il 5 gennaio 2022 nel parco di San Giovanni, sembra giunta a una svolta decisiva con la perizia dell’anatomopatologa forense Cristina Cattaneo. Tuttavia, le conclusioni della perizia, che indicano l’omicidio e la permanenza del cadavere nel luogo del ritrovamento, sollevano enormi dubbi dal criminologo Davide Cannella.
Venti giorni nel bosco: la tesi della perizia
Secondo la Cattaneo, il corpo della Resinovich sarebbe rimasto per venti giorni, dal 14 dicembre 2021 al 5 gennaio 2022, nel parco di San Giovanni. La perizia non ha trovato elementi che escludano questa ipotesi, a cui si è giunti per deduzione.
Cannella: “Impossibile, il corpo sarebbe stato distrutto”
Il criminologo Davide Cannella, sentito dalla nostra redazione, ha definito “impossibile” la tesi della permanenza del cadavere nel bosco. Secondo Cannella, l’azione di insetti e animali selvatici avrebbe inevitabilmente distrutto i resti della donna. Il criminologo ritiene più probabile che Liliana sia stata “trattenuta volontariamente o meno” nelle vicinanze del luogo del ritrovamento e che la morte sia avvenuta in un momento prossimo al ritrovamento del corpo.
Asfissia e tracce di terzi: nuovi elementi
La perizia ha stabilito che la morte è stata causata da asfissia meccanica esterna e ha rilevato tracce di peli appartenenti a terzi, elementi che potrebbero portare a nuove indagini e all’iscrizione di nuovi indagati.
Reazioni e attesa per gli sviluppi
La famiglia della Resinovich ha accolto con sollievo le conclusioni della perizia, mentre il marito, Sebastiano Visintin, si è detto “sorpreso”. La Procura di Trieste ha avviato nuove indagini e si attendono sviluppi nei prossimi giorni.
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