Semilibertà per Raimondi, condannato per il rapimento di Tommaso Onofri

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Un altro capitolo si chiude, ma le ferite restano aperte.

Parma, 02.08.2024 – Una notizia che ha scosso nuovamente la comunità parmense: Salvatore Raimondi, uno dei due uomini condannati per il rapimento del piccolo Tommaso Onofri nel 2006, ha ottenuto la semilibertà. La decisione ha riacceso il dolore di una vicenda che ha segnato profondamente la città.

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Raimondi, potrà così lasciare il carcere di Forlì durante il giorno per recarsi al lavoro come magazziniere. Una svolta che arriva a quasi vent’anni dai fatti e che ha suscitato reazioni contrastanti.

Un caso che ha sconvolto l’Italia

Ricordiamo che la sera del 2 marzo 2006, Tommaso Onofri, di appena 18 mesi, fu rapito dalla sua casa di Casalbaroncolo. I rapitori, Raimondi e Mario Alessi, speravano di ottenere un riscatto, ma il piccolo venne ucciso poco dopo.

Raimondi è stato condannato a 20 anni di reclusione per il sequestro, mentre Alessi è deceduto in carcere. È importante sottolineare che nessuno dei due è stato condannato per l’omicidio del bambino, un aspetto che ha sempre lasciato un grande vuoto nella famiglia Onofri e nell’opinione pubblica.

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La madre di Tommaso] ha espresso tutto il suo dolore e la sua incredulità di fronte a questa decisione: “Non è giustizia. Mio figlio non c’è più e chi lo ha rapito esce dal carcere. Come posso accettare tutto questo?”.

La donna ha sottolineato come la semilibertà sia un duro colpo per tutti coloro che hanno amato Tommaso e che continuano a soffrire per la sua assenza.

Il caso Onofri è rimasto impresso nella memoria collettiva come uno dei più atroci episodi di cronaca nera degli ultimi anni. La morte di un bambino così piccolo ha scosso l’Italia intera e ha sollevato un dibattito sulla sicurezza e sulla giustizia.

Con la concessione della semilibertà a Raimondi, si riaprono vecchie ferite e si riaccendono interrogativi sul senso di una pena e sulla possibilità di riabilitazione per chi ha commesso un reato così grave.

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