Cold case: Arrestato presunto killer dopo 33 anni
Omicidio Fioretto a Vicenza: arrestato un presunto killer dopo 33 anni
Vicenza, 11 giugno 2024 – Un’impronta di un pollice, impressa sul silenziatore di una pistola, e tracce di DNA su un guanto di pelle: questi gli elementi che hanno permesso di riaprire un cold case di 33 anni e portare all’arresto di uno dei presunti autori del duplice omicidio dell’avvocato Pierangelo Fioretto e della moglie Mafalda Begnozzi.
I fatti risalgono al 25 febbraio 1991, quando la coppia fu uccisa a colpi di pistola nel cortile della loro abitazione a Vicenza. Le indagini, all’epoca, non ebbero successo e il caso cadde nel dimenticatoio.
Tuttavia, negli ultimi mesi, la Procura di Vicenza ha deciso di riaprire il fascicolo e di affidare nuove analisi ai carabinieri del Ris di Roma. Grazie alle più moderne tecniche di genetica forense, gli esperti sono riusciti a “riattivare” il DNA prelevato dal guanto di pelle e a compararlo con quello di persone già inserite nella banca dati nazionale.
L’incrocio dei dati ha portato all’identificazione di Umberto Pietrolungo, 58enne di Cetraro (Cosenza), ritenuto affiliato alla cosca ‘ndranghetista dei Muto. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per reati associativi, è stato arrestato martedì mattina dai carabinieri e si trova ora nel carcere di Cosenza.
L’arresto di Pietrolungo rappresenta un importante passo avanti nelle indagini sull’omicidio Fioretto, seppur dopo 33 anni dai fatti. Le nuove evidenze investigative potrebbero portare all’individuazione di altri complici e a fare luce sul movente dell’esecuzione.
L’omicidio di Pierangelo Fioretto e Mafalda Begnozzi sconvolse la città di Vicenza nel 1991. L’avvocato, civilista stimato e conosciuto, era stato ucciso a colpi di pistola al rientro a casa, mentre la moglie era stata trovata morta all’interno dell’abitazione.
Le indagini si erano concentrate fin da subito su un possibile movente legato all’attività professionale di Fioretto, che seguiva diversi casi delicati, tra cui alcuni legati alla criminalità organizzata. Tuttavia, nessuna pista portò all’arresto dei colpevoli e il caso rimase irrisolto per decenni.
La riapertura del fascicolo e l’arresto di Pietrolungo hanno portato a nuova luce su questa vicenda che ha segnato profondamente la comunità vicentina. L’impegno della Procura e dei carabinieri, unito alle nuove tecnologie investigative, ha permesso di dare una risposta, seppur tardiva, alle domande dei familiari delle vittime e di fare un passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata.
D.C.
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