Mostro di Firenze: La Procura Smonta la Pista del “Rosso del Mugello” e Mette un Freno alla “Fiera” dei Consulenti.

Firenze, 28 marzo 2025 – La Procura di Firenze interviene con fermezza sulla complessa vicenda del Mostro di Firenze, mettendo un punto definitivo a una delle ipotesi investigative più recenti e contestate: la pista del cosiddetto “Rosso del Mugello”. In un’ordinanza che respinge la richiesta di accesso agli atti presentata dall’avvocato romano Alessio Tranfa, legale di un parente di una vittima del 1981, i magistrati titolari dell’ultimo fascicolo sul serial killer delle coppiette dichiarano inequivocabilmente che tale pista risulta «smentita da indagini già svolte».
La presa di posizione della Procura è netta e motivata dalla richiesta dell’avvocato Tranfa di ottenere copia di documenti investigativi basandosi sulle ipotesi formulate dal cineoperatore Paolo Cochi. Quest’ultimo, definito dalla Procura come un «consulente – senza che sia specificata la sua competenza e il suo curriculum professionale», ha sostenuto in diverse sedi mediatiche che il “Rosso del Mugello”, un ex impiegato pubblico deceduto, avrebbe avuto un ruolo nelle indagini dell’epoca, lavorando a fianco di un magistrato, e che tale figura meriterebbe ulteriori approfondimenti.
Le pm Ornella Galeotti e Beatrice Giunti non lasciano spazio a interpretazioni: «È una ricostruzione smentita da indagini già svolte». Inoltre, stigmatizzano le accuse di Cochi, secondo il quale la Procura fiorentina ostacolerebbe la sua “inchiesta investigativa” e addirittura mirerebbe a «nascondere e proteggere» chi si celerebbe dietro il “Rosso del Mugello”.
L’ordinanza della Procura offre anche un chiarimento definitivo su un elemento chiave spesso citato a sostegno della pista del “Rosso del Mugello”: l’arma del delitto, una Beretta calibro 22 rubata nel 1965. Gli accertamenti svolti hanno fatto «riemergere» la reale storia di quest’arma, che contrariamente a quanto ipotizzato online e ripreso da trasmissioni televisive, non rimase nella disponibilità del presunto sospettato. La Beretta fu infatti ritrovata nel 1970 a Rimini, in possesso di un’altra persona, e successivamente finì all’asta giudiziaria nel 1972, venendo acquistata da un individuo che la deteneva ancora nel 1990.
Parallelamente alla smentita sulla pista del “Rosso del Mugello”, la Procura di Firenze ha voluto porre un freno a quella che definisce la “fiera” dei consulenti. L’ordinanza evidenzia come una «pletore di sedicenti consulenti senza titoli» abbiano tentato, a volte con insistenza, di ottenere atti o di partecipare alle indagini senza averne alcun titolo. La Procura ribadisce con fermezza che nessun reperto può essere consegnato a privati e che le istanze in tal senso sono «infondate in fatto, come in diritto».
Questo intervento deciso della Procura di Firenze mira a ristabilire la chiarezza su una vicenda dolorosa e complessa, respingendo ricostruzioni ritenute infondate e arginando tentativi di interferenza non autorizzati nelle indagini.