Sequestro di beni archeologici a trafficante d’arte vicino a Messina Denaro

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Castelvetrano (TP) – La Direzione Investigativa Antimafia di Trapani ha sequestrato beni archeologici di grande valore a Giovanni Franco Becchina, 85enne di Castelvetrano, già condannato per mafia e considerato dagli inquirenti vicino al boss Matteo Messina Denaro.

Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Trapani su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia, riguarda diverse anfore di epoca tardo romana e un basamento di marmo ellenistico-romano con scene mitologiche scolpite su tutti i lati. I beni, ritenuti di ingente valore, erano in possesso di Becchina, già noto alle forze dell’ordine per il suo traffico di opere d’arte.

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Secondo gli investigatori, l’uomo avrebbe accumulato il suo patrimonio illecito anche grazie al commercio di reperti archeologici provenienti da scavi clandestini. Le indagini, coordinate dal procuratore di Trapani hanno infatti accertato una sproporzione tra le sue fonti di reddito e il tenore di vita della sua famiglia.

Il sequestro odierno rappresenta un duro colpo al traffico di beni culturali in Sicilia e conferma l’impegno della Direzione Investigativa Antimafia nel contrastare le attività illecite legate alla mafia. I beni archeologici sequestrati saranno affidati alla Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali per la loro tutela e fruizione da parte della collettività.

Tra i beni archeologici sequestrati a Becchina ci sono diverse anfore di epoca tardo romana, risalenti al III-IV secolo d.C. Si tratta di manufatti di pregevole fattura, utilizzati per il trasporto di olio, vino e altri prodotti. Il basamento di marmo ellenistico-romano, invece, risale al II-I secolo a.C. ed è decorato con scene mitologiche scolpite su tutti i lati. Si tratta di un reperto di grande valore storico e artistico, che testimonia l’alto livello di abilità raggiunto dagli scultori dell’epoca.

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Giovanni Franco Becchina non è un nome nuovo alle cronache giudiziarie. Nel 2002 è stato condannato a 6 anni di reclusione per associazione mafiosa, nell’ambito del processo “Omega”. L’uomo era ritenuto vicino al clan di Castelvetrano guidato da Francesco Messina Denaro, fratello del boss latitante Matteo.

Nel 2017, Becchina è stato nuovamente indagato per traffico di opere d’arte. Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe tentato di rubare la statua in bronzo del Satiro danzante, custodita nel Museo Archeologico Nazionale di Agrigento, su commissione proprio di Matteo Messina Denaro. Il colpo, fallito in due occasioni, era stato poi accantonato.

Il sequestro odierno dei beni archeologici rappresenta un ulteriore tassello per delineare il profilo criminale di Becchina, figura chiave del traffico di opere d’arte legato alla mafia trapanese

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