Unabomber: “Trovato il Dna dall’analisi di vecchi reperti”
Svolta nel caso dopo 28 anni: profilo genetico del killer potrebbe essere contenuto in frammenti di materiale esplosivo e nastro adesivo
Venezia, 19 maggio 2024 – Una nuova impronta digitale potrebbe portare all’arresto dell’Unabomber italiano. Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani del Gruppo Nem, un profilo genetico compatibile con quello del serial bomber sarebbe stato estratto da vecchi reperti legati agli attentati che insanguinarono il Nordest tra il 1994 e il 2006.
La scoperta, frutto di nuove tecniche investigative applicate a reperti già analizzati in passato, apre una nuova pista investigativa dopo quasi tre decenni di buio. Tracce di Dna sarebbero state rinvenute su frammenti di materiale esplosivo e nastro adesivo utilizzati nelle confezioni degli ordigni.
La notizia ha subito riacceso l’attenzione sul caso e gettato nuova luce sulla figura del misterioso attentatore che seminò il terrore nel Triveneto per oltre un decennio.
L’avvocato Paniz: “Grave che la difesa non sia stata informata”
L’inaspettata svolta ha destato però anche perplessità da parte di alcuni esponenti delle difese degli indagati nel corso di questi anni. L’avvocato Maurizio Paniz, legale di Elvo Zornitta, uno dei nomi più noti legati alla vicenda, ha infatti sollevato dubbi sulla correttezza delle procedure investigative.
“È inconcepibile che la difesa non sia stata informata di questa nuova estrazione del Dna – ha dichiarato Paniz -. Tra l’altro, non è la prima volta che si ipotizza la presenza del Dna di Unabomber sui reperti: già in passato erano state effettuate analisi genetiche, ma senza alcun risultato significativo”.
Nonostante le perplessità di alcuni, la scoperta del Dna rappresenta un passo avanti importante nelle indagini sull’Unabomber. L’analisi del profilo genetico potrebbe infatti fornire elementi utili per identificare il responsabile degli attentati e chiudere definitivamente un caso che ha segnato profondamente la storia criminale italiana.
Le speranze degli inquirenti e delle vittime sono ora riposte nel lavoro della Procura di Venezia, che dovrà vagliare attentamente il nuovo materiale a disposizione e procedere con le opportune verifiche per arrivare all’identificazione del colpevole