Omicidio Yara: “C’è materiale per rifare l’esame del Dna”, dice la difesa Bossetti
Bergamo, 13 maggio 2024 – Si riapre il caso sull’omicidio di Yara Gambirasio? La difesa di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’efferato delitto, punta su nuovi accertamenti scientifici. Ieri, in carcere a Bergamo, gli avvocati di Bossetti hanno potuto visionare per la prima volta i reperti e i campioni biologici che avevano portato alla condanna del loro assistito. Tra questi, anche i famosi slip con tracce di Dna di Ignoto 1, poi identificato come lo stesso Bossetti.
“C’è materiale genetico per rifare l’esame del Dna”, ha dichiarato l’avvocato Paolo Camporini. “I campioni potrebbero essere deteriorati, ma dagli abiti della vittima è possibile estrarre nuovo Dna per un’analisi approfondita con le nuove tecnologie”. La difesa di Bossetti punta a dimostrare che il Dna trovato sui vestiti di Yara non sia del loro assistito e che ci sia un altro responsabile per l’omicidio.
Il caso di Yara Gambirasio ha sconvolto l’Italia per anni. La tredicenne di Brembate di Sopra scomparve il 26 novembre 2010 e il suo corpo fu ritrovato tre mesi dopo in un campo a Chignolo d’Isola. Le indagini portarono all’arresto di Massimo Bossetti, un operaio edile che abitava vicino alla casa di Yara. Bossetti fu condannato in primo e secondo grado all’ergastolo, ma la sua difesa ha sempre sostenuto la sua innocenza.
Ora, con la possibilità di nuove analisi del Dna, il caso potrebbe tornare in aula. La procura di Bergamo ha già aperto un fascicolo a carico di ignoti per la morte di Yara e non si esclude che vengano disposte nuove perizie sui reperti.
Il giallo di Brembate di Sopra potrebbe dunque non essere ancora chiuso. La speranza della famiglia di Yara e di tutti coloro che cercano la verità è che, finalmente, si possa fare luce su questo terribile delitto.