Sparatoria a Frosinone, arrestato un cittadino albanese
È accusato di omicidio. S’indaga sul movente, che se il fatto ha tutti gli aspeti di uno scontro tra bande.
La Polizia di Stato ha arrestato nella notte un cittadino albanese di 23 anni per la sparatoria avvenuta ieri sera nella centralissima via Aldo Moro, a Frosinone dove una persona è stata uccisa, una versa ancora in gravissime condizioni all’Umberto I di Roma, altre due sono in ospedale nel capoluogo ciociaro.
Per gli investigatori, l’arrestato ha agito con altri tre complici, prendendo di mira cinque connazionali che si trovavano in quel momento nel bar Shake.
In pratica: 5 aggrediti, affrontati da un gruppo di 4 persone: tutti di nazionalità albanese. Si fa quindi, sempre più nitido il quadro dell’agguato compiuto ieri sera a Frosinone nella centralissima via Aldo Moro, dove una persona è morta ed altre quattro sono rimaste ferite dai colpi di pistola esplosi da un commando arrivato a bordo di una Lancia Ypsilon. poi abbandonata sul posto.
È chiaro che sotto ci devono essere importanti interessi.
Quindi, un agguato per il quale nella notte è scattato un arresto, mentre altre tre persone sono ricercate. Prende sempre più corpo la pista imboccata dal primo minuto dagli investigatori del questore Domenico Condello: uno scontro per il controllo delle piazze di spaccio e della prostituzione a Frosinone, colpiti in queste settimane da una serie di operazioni della Squadra Mobile e delle Volanti che hanno smantellato la precedente rete di comando.
Nella notte gli investigatori della Mobile coordinata dal vice questore Flavio Genovesi hanno arrestato il giovane che ieri sera intorno alle 23 avevano portato in questura per accertamenti. Si tratta di un cittadino albanese: per gli inquirenti è lui ad avere sparato. La Procura gli contesta perciò i reati di: “omicidio premeditato” e: “triplice tentato omicidio”. Gli inquirenti hanno identificato anche le altre tre persone che erano con lui e sono al momento ricercate. Identificati anche gli aggrediti: la vittima aveva 27 anni, i feriti età tra i 25 ed i 21 anni. Uno di loro è ricoverato con prognosi riservata in Rianimazione all’Umberto I, uno al San Camillo di Roma, gli altri due a Frosinone.
La ricostruzione della sparatoria è stata possibile con l’esame delle immagini registrate dalle telecamere interne al locale e con le ammissioni fatte dal 23enne arrestato nella notte. Ai poliziotti del questore Domenico Condello, il giovane albanese ha raccontato che lui si trovava al bar con alcuni amici e che poco prima delle 19.30 è arrivato un gruppo di quattro connazionali con i quali si è subito accesa una discussione. Ad estrarre la pistola e a fare fuoco, uccidendo non è stato quindi un componente del commando arrivato nel bar, ma uno del gruppo che già si trovava al suo interno. Una versione che avrebbe trovato pieno riscontro dall’esame delle immagini. Agli agenti, il 23enne ha detto che la pistola non era la sua, ma di uno del gruppo entrato nel locale ed al quale lui sarebbe riuscito a strappare di mano l’arma. Ma è una versione alla quale la polizia non crede e sulla quale sono in corso approfondimenti.