Tra poco la scarcerazione di Michele Messeri
Il Sindaco si oppone fin d’ora a che Avetrana si trasformi di nuovo in un campeggio di giornalisti e telecamere.
Mentre il fratello di Sarah Scazzi in un’intervista a Fanpage si dice pronto ad ascoltare lo zio Michele Misseri se vorrà parlargli.
A pochi giorni (forse ore) dalla scarcerazione di Michele Misseri, condannato per l’occultamento del cadavere della nipote 15enne Sarah Scazzi, c’è chi teme come gli amministratori che Avetrana venga di nuovo invasa, visto il proliferare di trasmissioni televisive che si occupano di nera e criminologia, che sta avendo un vero exploit d’interesse. E chi invece, forse per sapere fino in fondo la verità (perché quella processuale ha lasciato fin troppe perplessità) come Claudio Scazzi, fratello della vittima che nell’intervista citata, afferma “Non ho rancore, solo senso di vuoto”.
Sono trascorsi (anche se sermbra ieri!) più di tredici anni dall’omicidio che per mesi fece parlare l’Italia, quello della quindicenne Sarah Scazzi ad Avetrana (Taranto). Condannate in Cassazione la cugina e la zia della ragazza, Sabrina Misseri e Cosima Serrano, la prima per omicidio, la seconda per concorso in omicidio. È ora, chi pur tra contraddizioni, smentite e riconferme, si è addossata la colpa dell’omicidio della nipote, e condannato “solo” per la soppressione del cadavere (che addirittura lui disse di aver violato!) e che ancora, dopo tanti anni, continua a definirsi il vero colpevole della morte di Sarah, sarà contro la sua volontà, scarcerato!
Claudio Scazzi, fratello di Sarah, ha oggi 38 anni e vive vicino Milano: è stato lui, nel corso degli anni, a interfacciarsi con la stampa per sgravare i genitori da questo compito. A qualche giorno dalla scarcerazione di Michele Misseri, che tornerà nella sua casa di Avetrana dove è stato compiuto l’omicidio, Claudio Scazzi racconta a Fanpage.it come la famiglia (pare in tranquillità, ma così non si era espressa la mamma di Sarah ad un’altra testata) stia vivendo questo momento.
“Io non ci tengo particolarmente a incontrarlo, ma se mi vuole dire qualcosa sono sempre rimasto disponibile, così come mia mamma…A Sabrina e Cosima non ho niente da dire, sarebbero loro semmai a poter dire qualcosa a me, sicuramente sarebbe più utile. Per esempio potrebbero fornire i particolari del delitto, che finora è stato possibile ricostruire solo in maniera tecnica…Non provo rancore e non cerco vendetta…c’è solo una grande sensazione di vuoto…”
Sabrina Misseri, all’ergastolo come la madre, accusata e condannata per l’uccisione della cugina, oggi ha 35 anni. Solo tre in meno di Claudio, con cui è cresciuta.