Corona ai giudici: “Ridatemi il passaporto per andare a lavorare negli Usa”
“Rivoglio il mio passaporto, che non mi servirebbe per scappare ma per iniziare l’attività che sognavo da una vita: per lavorare negli Usa e fare documentari” così ha detto Fabrizio Corona, fresco delle rivelazioni sui giocatori che giocavano e scommettevano su siti illegali, nell’udienza per la sorveglianza speciale.
Con un intervento in aula di oltre mezz’ora Fabrizio Corona ha affermato, davanti ai giudici della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, di aver già pagato il suo debito con la giustizia e che ora: “a quasi 50 anni” vuole: “solo lavorare e avere successo” ed ha anche asserito: “collaboro con pm Torino”.
I giudici, che hanno rinviato il procedimento al 21 Marzo, dovranno decidere se applicare ancora all’ex agente fotografico la misura della sorveglianza speciale, che comporterebbe una serie di prescrizioni da rispettare per Corona, che ha finito di scontare a fine settembre, dopo oltre 10 anni, il cumulo pene delle condanne definitive.
Per la Questura di Milano, che ha depositato un parere al Tribunale, Corona è ancora socialmente pericoloso.
Da qui la richiesta che la sorveglianza speciale per un anno e 6 mesi – che gli fu applicata nel maggio 2012 e per diversi mesi, fino a quando nel gennaio 2013 fu arrestato per l’esecuzione delle pene definitive – riparta da zero e con l’aggravamento dell’obbligo di soggiorno e di firma due volte a settimana.
“Io vivo regolarmente, non violo la legge dal 2007-2008 e sto svolgendo la mia attività” ha spiegato l’ex attore e fotoreporter.
< Daniele Vanni >