Giulia Cecchettin “pugnalata già sotto casa e poi imbavagliata con del nastro adesivo”
Il gip di Venezia definisce “di inaudita ferocia e manifesta disumanità” il delitto commesso da Filippo Turetta. La ragazza è morta nella zona industriale: è stata scaraventata a terra con violenza, dove ha battuto la testa
Filippo Turetta ha compiuto un delitto di “inaudita ferocia”. È uno degli elementi che emergono dall’ordinanza di custodia cautelare del gip di Venezia, Benedetta Vitolo, che raccontano altri dettagli dell’omicidio di Giulia Cecchettin e in cui si sottolinea come il ragazzo, arrestato in Germania dopo una fuga di 7 giorni, abbia dimostrato “una totale incapacità di controllo” e come la ragazza sia stata “imbavagliata con del nastro adesivo” per non farla urlare.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Giulia Cecchettin è stata pugnalata a 150 metri da casa. Il ragazzo l’ha aggredita nel parcheggio di via Aldo Moro a Vigonovo, dove viveva. La studentessa sarebbe poi morta nella zona industriale dove l’ex fidanzato, secondo questa ricostruzione, l’ha scaraventata a terra con violenza, facendole battere la testa.
Per il Gip il giovane 22enne, definito un figlio perfetto dai genitori (cui aveva confessato di volersi uccidere dopo la fine della storia con Giulia), era “evidentemente ben consapevole della gravità delle sue azioni” dal momento che, dopo aver scaraventato Giulia Cecchettin a terra causandole una lesione alla testa con perdita di sangue, è fuggito a bordo della sua Fiat Punto di colore nero.
Nella zona del parcheggio, i carabinieri hanno trovato tracce ematiche e un coltello da cucina lungo ben 21 centimetri. Un testimone ha riferito di aver sentito una voce femminile urlare “mi fai male”.
L’aggressione nella zona industriale:
Dopo aver aggredito Giulia sotto casa, Turetta l’avrebbe caricata in macchina e portata nella zona industriale di Fossò. Qui, secondo l’ordinanza, l’avrebbe nuovamente aggredita, scaraventandola a terra con violenza. La ragazza sarebbe morta sul colpo, per le ferite riportate alla testa e per una emorragia interna.
Il corpo di Giulia Cecchettin è stato trovato il 20 novembre, in un canalone sulle montagne friulane. Turetta è stato arrestato in Germania il giorno successivo.
L’uso del nastro adesivo:
L’ordinanza di custodia cautelare sottolinea anche l’uso del nastro adesivo da parte di Turetta. Il nastro adesivo, sequestrato dai carabinieri vicino alla traccia di sangue trovata dove è stata buttata a terra Giulia Cecchettin, è stato “applicato” da Turetta “probabilmente per impedire di gridare” all’ex fidanzata.
Il gip di Venezia, Benedetta Vitolo, definisce l’omicidio di Giulia Cecchettin un delitto di “inaudita ferocia e manifesta disumanità”. La giudice sottolinea la “totale incapacità di controllo” di Filippo Turetta e la sua “estrema pericolosità”.
“Il crimine è stato commesso con una modalità che denota una totale incapacità di controllo e una lucida premeditazione, finalizzata a colpire la vittima in maniera definitiva”, scrive il gip. “L’aggravante della crudeltà è pienamente configurabile, in quanto l’azione è stata connotata da una particolare insensibilità e da una deliberata volontà di infliggere dolore alla vittima”.
“L’indagato è un soggetto totalmente imprevedibile poiché, dopo aver condotto una vita all’insegna di un’apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato”, aggiunge il gip. “La gravità del fatto, la violenza con cui è stato commesso e la pericolosità dell’indagato impongono la misura cautelare in carcere”.
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