Cosenza, Omicidio Lisa Gabriele, arrestato ex poliziotto

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La ragazza venne trovata priva di vita in un bosco con accanto al corpo degli psicofarmaci, una bottiglia di whisky insieme ad un biglietto di addio.

Tutto falso. Un suicidio inscenato. L’autopsia accertò che Lisa, in realtà, non si era suicidata ma era stata soffocata, probabilmente con un cuscino. E in un luogo diverso da quello del ritrovamento del cadavere. Inoltre, gli accertamenti calligrafici stabilirono che a scrivere il biglietto d’addio non era stata la giovane Lisa. Ora la svolta nelle indagini con l’arresto dell’ex agente.

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L’uomo oggi 50enne è accusato dell’omicidio premeditato della 22enne avvenuto 17 anni fa in provincia di Cosenza. È accusato anche di spaccio e cessione di marijuana nei confronti del figlio.

Maurizio Mirko Abate, ex agente della polizia stradale, è stato arrestato per l’omicidio “doloso premeditato, aggravato dai futili motivi e in concorso con altro soggetto allo stato ignoto” della 22enne Lisa Gabriele, avvenuto il 7 ottobre del 2005 a Montalto Uffugo (Cosenza).

Il caso, archiviato dopo le prime indagini nell’ottobre del 2009, è stato riaperto nell’ottobre del 2018, quando alla Procura di Cosenza è pervenuto un esposto anonimo nel quale si ripercorreva la vicenda della morte di Lisa Gabriele e venivano indicati particolari veritieri noti soli agli inquirenti.

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I primi riscontri, effettuati dai carabinieri di Rende, hanno consentito alla Procura di riaprire le indagini. Gli inquirenti hanno così effettuato ulteriori acquisizioni documentali, una lunga serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali, ascoltato persone informate sui fatti; nuove consulenze medico legali attraverso la riesumazione del cadavere della vittima. Ciò che è emerso dalla nuova fase investigativa ha consentito di verificare, in maniera più approfondita, quanto raccolto nella prima fase, colmando quelle che gli investigatori definiscono ‘lacune investigative’, e facendo così emergere un quadro indiziario grave e tale da collegare il reato contestato all’indagato. Quanto acquisito sul piano investigativo, dunque, ha permesso alla magistratura inquirente e giudicante di valutare gli elementi indiziari raccolti come convergenti, gravi, univoci e coerenti.

Le indagini hanno consentito di ricostruire l’omicidio per una relazione sentimentale intrattenuta dalla vittima con l’uomo, già impegnato in altra relazione fissa. ritenuta Una relazione ossessiva e connotata da episodi di reiterate violenze e brutalità, fatto anche di serate a base di sesso, droga e perversioni.

Il movente dell’omicidio sarebbe da ricondurre all’esasperata volontà dell’indagato di interrompere la relazione allontanando definitivamente da sé la vittima, determinata a frequentare l’uomo nonostante la moglie di quest’ultimo avesse partorito un figlio ed alla luce del rischio che la moglie sapesse della relazione extraconiugale sottraendogli, così, il neonato.

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