Il caso “Lola” che ha sconvolto Parigi

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Per tornare a casa dalla scuola “George Brassens” ed il residence Manin, in un palazzo del XIX arrondissement a Parigi, dove il padre lavora come portinaio e dove è avvenuto questo per ora misterioso orrore, la piccola doveva percorrere un brevissimo tratto di strada. Il padre, preoccupato di non vederla tornare da scuola, aveva avvertito la moglie che si era recata in questura. Preoccupazione più che giustificata perché il corpo senza vita della vita è stato ritrovato venerdì sera in un baule.

Sul corpo della bambina, trovato con la testa quasi staccata, sono state “apposte” le cifre 1 e 0. – Il cadavere era in un contenitore di plastica e aveva gambe e braccia legate. Le due cifre non sono state scritte né incise, ma “apposte”, secondo gli inquirenti, con l’aiuto di qualche strumento.

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E questo indirizzerà le indagini, speriamo verso una veloce soluzione.

Dalle immagini della videocamera di sorveglianza si vede la piccola rientrare nell’androne del palazzo, dove una giovane donna, 20 anni circa, le rivolge la parola: nessuno degli abitanti ha riconosciuto la donna. La giovane le fa cenno di seguirla e la ragazzina ubbidisce, anche se sembra avere lo sguardo preoccupato. Più tardi una donna, forse la stessa, chiede a un residente del palazzo di aiutarla a trasportare una valigia pesante verso un’auto.

La donna sarebbe tra i quattro fermati ed è sotto interrogatorio. Tra gli altri tre c’è un clochard che poco prima di mezzanotte ha ritrovato il baule con il corpo, poco distante dal portone. Non è sospettato ma viene ascoltato in qualità di testimone.

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