Il proprietario della limousine dove è morta Lady Diana rivuole indietro il rottame dell’auto
Un incendio misterioso ha compromesso per sempre una prova determinante?
Jean Francois Musa, gestore dell’Etoile Limousines, società di autonoleggio ha chiesto alle autorità francesi di restituirgli la Mercedes-Benz S280 su cui è morta la Principessa Diana.
Il manager ha asserito che non gli è stato nemmeno comunicato dove si trovi attualmente il relitto della sua auto.
Il proprietario ha chiesto alle autorità francesi di poterne tornare in possesso asserendo: L’autovettura “È legalmente mia”
Gli esperti pensano che il relitto possa avere un valore di oltre 10 milioni di sterline.
L’automezzo è stato al centro di teorie complottistiche secondo le quali Diana sarebbe stata assassinata nel tunnel del Pont de l’Alma a Parigi il 31 agosto 1997.
Il manager parlando della morte di Diana, Musa ha detto: “Non ho idea di dove si trovi la mia autovettura. Tutto quello che so è che è legalmente mia e ovviamente lo rivoglio indietro”.
Il 63enne Musa, ha detto inoltre, che vuole che l’auto venga esposta in un museo degli Stati Uniti in onore a Diana. La casa Reale inglese da parte sua preferirebbe che l’auto venisse demolita con estrema discrezione.
L’inchiesta sulla morte della Principessa condotta dal Met si è conclusa nel 2006 con un nulla di fatto. Quella londinese del 2008 invece, ha affermato che Lady Diana e Dodi Al Fayed, sono state vittime di un comportamento “gravemente negligente” di Henri Paul. Inchiesta che ha posto fine alle ipotesi del padre di Dodi, Mohamed Al-Fayed, secondo il quale l’incidente sarebbe stato ordito da un complotto orchestrato dall’MI6 su ordine della Famiglia Reale.
Un mistero comunque rimane: quello relativo a un misterioso incendio, tenuto celato per molto tempo dalle autorità francesi e scoperto dal settimanale Daily Mirror.
Nel maggio 1999 la porta anteriore destra, che recava tracce di un colpo laterale ricevuto da Fiat Uno bianca, è stata distrutta durante in uno “strano” incendio sviluppatosi nel deposito mentre l’autovettura si trovava a disposizione delle autorità di polizia francese.
Il Giornale Mirror informato dell’incendio, ha dovuto aspettare sei mesi prima che il procuratore generale francese Sylvie Petit-Leclair ammettesse l’incendio, ma ha ha voluto precisare che non si è trattato di un incendio di origine dolosa.