Omicidio di Sarzana, s’indaga nel racket della prostituzione

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È stata massacrata di botte. Troppe botte: come se fosse una specie di interrogatorio o di punizione o di lezione. Anche sul volto, e poi uccisa con qualcosa — un’arma da fuoco di piccolo calibro o più facile uno strumento a punta — che le ha lasciato il foro di una profonda ferita dietro l’orecchio sinistro. Una morte che sa più di racket che non da cliente impazzito o da maniaco. È morta così Nevila Pjetri, 35 anni, albanese da anni residente in Italia. Un delitto – secondo la prima ricostruzione degli inquirenti – maturato nel contesto del mondo della prostituzione.

A quel punto il corpo è stato forse caricato su un’auto — a meno che non sia proprio l’auto il teatro dell’omicidio — e abbandonato non lontano dal greto del torrente Parmignola, in una zona periferica e disabitata del Comune di Sarzana. Siamo, per la precisione, una cinquantina di metri a valle del viadotto dell’A12, in area di confine con Luni e Carrara.

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Chi ha agito, avrebbe scaricato il cadavere, tentando di occultarlo nella sterpaglia, sul declivio interno dell’argine destro che, in quel punto è un terrapieno percorribile in auto, alto poco più di due metri rispetto alla via che lo separa dalla tenuta di Marinella.

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Ma qualcuno, nella notte, ha visto. Probabilmente alcuni extracomunitari che bazzicano la zona, spesso teatro di spaccio e prostituzione. E gli involontari testimoni hanno dato l’allarme. Per questo il corpo di Nevila è stato ritrovato intorno alle 2 della notte.

Potrebbe quindi, essere legato al racket della prostituzione l’omicidio di Nevila Pjetri, la donna di 35 anni trovata morta ieri a Sarzana. È una delle ipotesi su cui stanno lavorando i carabinieri, coordinati dal pm Monica Burani. Quel che finora è emerso, è che la donna è stata picchiata ed ha provato a difendersi, finché non è stata raggiunta da un colpo dietro l’orecchio sinistro sferrato con un corpo contundente.

La trentacinquenne, secondo quanto ricostruito finora, anche tramite le testimonianze raccolte tra le persone che la conoscevano o che si prostituivano come lei, è arrivata sulla sponda del torrente Parmignola con la sua auto. Poi è stata vista salire a bordo di un’altra auto bianca, guidata da un uomo. Strana la testimonianza del marito: lui non sarebbe stato a conoscenza della professione della moglie.

I carabinieri hanno sequestrato le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, per ricostruire le ultime ore di Nevila Pjetri e provare a risalire all’assassino, (o agli assassini) al momento ricercato tra Toscana e Liguria. Intanto domani verrà eseguita l’autopsia sul cadavere, per chiarire le cause del decesso. 

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