Texas, Afroamericano entra e spara in un ospedale a Tulsa: 4 morti e 10 feriti
Si allunga la scia di sangue e di follia omicida in USA che dovrebbe riflettere oltre che parlare di limitazioni di armi ai cittadini, mentre manda decine di miliardi di armamenti sofisticati all’Ucraina! E’ forse questa volta bisognerebbe parlare di terrorismo o di rivendicazione storica, perché la strage è avvenuta a Tulsa e nel 101° anniversario dei tumulti razziali che avvennero nel 1921 che a parte ripercorriamo brevemente.
A pochi giorni dalla strage nella scuola elementare del Texas un uomo entra in un ospedale di Tulsa, Oklahoma, e apre il fuoco uccidendo quattro persone e ferendone altre dieci prima di togliersi la vita.
La strage è avvenuta al secondo piano del Natalie Medical Building, che si occupa prevalentemente di medicina sportiva, dell’ospedale St. Francis. Il killer è entrato in azione nel pomeriggio. Nel suo mirino, secondo indiscrezioni, c’era un medico specifico. Non è chiaro se lo abbia trovato o colpito, così come al momento non ci sono informazioni sulle vittime, anche se – secondo indiscrezioni – fra questa ci sarebbe un’infermiera. L’uomo, un afroamericano fra i 35 e i 40 anni, era armato con una pistola e un fucile. L’allarme è scattato quando qualcuno ha chiamato la polizia avvertendo che c’era un uomo armato nell’ospedale. Gli agenti sono arrivati sul posto nell’arco di alcuni minuti e sono immediatamente intervenuti. “Nessun agente è rimasto ferito”, riferisce la polizia parlando di una scena “catastrofica” ma limitata a una “porzione del secondo piano”. L’incidente, avvenuto nel giorno del 101/o anniversario del massacro di Tulsa, sarebbe collegato a un allarme bomba nelle ultime ore sempre nella città. La sparatoria arriva mentre è in corso un acceso dibattito sulle armi dopo le stragi di Uvalde e di Buffalo. La speaker della camera Nancy Pelosi ha assicurato che ci sarà un’azione forte. I democratici stanno valutando diverse misure, fra le quali anche il divieto delle armi d’assalto. Un’ipotesi aggressiva che non sembra comunque in grado di spuntarla in Congresso, dove i liberal in Senato non hanno i numeri sufficienti per approvare neanche misure più deboli.
Storia: il massacro di Tulsa
Il massacro di Tulsa ebbe luogo tra il 31 maggio e il 1º giugno 1921, quando una folla composta da bianchi iniziò ad attaccare le persone e le proprietà della comunità afroamericana in tutto il quartiere cittadino di Greenwood (soprannominato “Black Wall Street”).
I tumulti scoppiarono nel corso del fine settimana seguente al Memorial Day, dopo che un giovane afroamericano, Dick Rowland, venne arrestato, accusato di aver commesso violenza sessuale contro Sarah Page, diciassettenne bianca addetta agli ascensori in un edificio commerciale. Una folla di centinaia di bianchi si radunò fuori dalla prigione dove era rinchiuso Rowland, e questo spinse 75 afroamericani a dirigersi alla prigione, alcuni di loro armati, per impedire che il detenuto fosse linciato. Nonostante lo sceriffo avesse cercato di convincere tutti che la situazione era sotto controllo, cominciò uno scontro a fuoco tra i due gruppi, facendo dodici vittime: dieci bianchi e due neri. Fu l’inizio di uno scoppio di violenza. Facinorosi bianchi imperversarono nel quartiere afroamericano di Greenwood la notte e il mattino seguente, uccidendo persone e dando fuoco a case e a negozi. Verso mezzogiorno del 1º giugno la guardia nazionale dell’Oklahoma decretò la legge marziale, riuscendo a porre fine al massacro.
Più di 800 persone finirono in ospedale e circa 6.000 persone di colore furono posti agli arresti in grandi strutture improvvisate, molti di loro per diversi giorni. Le statistiche ufficiali contarono 36 morti. La commissione dello Stato dell’Oklahoma del 2001 esaminò i documenti dell’epoca e poté confermare 39 uccisi, di cui 26 neri e 13 bianchi. La commissione fornì anche alcune stime del numero effettivo di vittime, comprese tra 75 e 300. Circa 10.000 afroamericani rimasero senza casa e i danni ai beni ammontarono a più di 2 milioni di dollari dell’epoca.