Omaggio social agli assassini: «Forza e coraggio, la galera è di passaggio» Omicidio Ciro Colonna

DUPLICE OMICIDIO A PONTICELLI, IN VIA CLEOPATRA : MORTI RAFFAELE CEPPARULO E CIRO COLONNA. NELLA FOTO IL LUOGO DELL'OMICIDIO (Napoli Press/Fotogramma, NAPOLI - 2016-06-07) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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di Daniele Vanni

Sapevo il detto, fatalistico e scanzonato, che non poteva che essere: toscano. La terra della disillusione: “Forza e coraggio, dopo Aprile, viene Mgagio!”. Come dire che al di là di tutto, poi, il mondo “rotola” sempre: “come vuole” e i mesi si susseguono uno dopo l’altro senza grandi aspettative e, per restare in Toscana: “Chi vive di speranze, muore a Montecatini” celeberrima stazione termale nota per acque…purgative!

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Questa che invece viene da Napoli, ci mancava!
«Forza e coraggio. La galera è di passaggio prima o poi ce ne torniamo a casa».
Sono diventate “virali” (ma non sarebbe il caso, dopo il Covid di casare per sempre l’aggettoivo??!!) le parole di Vincenza Maione, il boss in gonnella di Ponticelli, condannata recentemente all’ergastolo per il suo coinvolgimento nel tragico agguato che costò la vita a Ciro Colonna, vittima innocente della Camorra. Il video, verosimilmente estrapolato da una videochiamata fatta dalla Maione ai suoi familiari dal carcere dove è detenuta, sta impazzando su diversi social (come vengono chiamate le piattaforme Internet che ci rendono sempre più asociali!) sin dalle ore immediatamente successive alla sentenza emessa dalla Corte di Cassazione che ha scritto la parola fine al lungo iter giudiziario. Carcere a vita dunque per la “pazzignana”, (“pazzignane” erano dette coloro che rappresentavano l’ultimo baluardo della camorra vecchio stampo che ancora esisteva nel Rione De Gasperi in seguito al declino dell’era del clan Sarno) come la Maione era conosciuta negli ambienti criminali, e per i suoi complici, tra cui il boss di San Giovanni a Teduccio, Ciro Rinaldi e il killer Michele Minichini. 

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